martedì 31 luglio 1990

Pet Sematary


PET SEMATARY
STEPHEN KING



E' una limpida giornata di fine estate quando il dottor Louis Creed, la moglie Rachel, i figli Eileen e Gage e il gatto Church raggiungono la nuova casa, un edificio bianco nei sobborghi di Ludlow, nel Maine. Il posto è simpatico e tranquillo, l'ideale per allevare due bambini. C'è un boschetto sul retro della casa che conduce a una radura dove i ragazzi della zona seppelliscono da generazioni i loro animali: il Pet Sematary (cimitero dei cuccioli). Tutto bene, dunque, almeno in apparenza, ma il dramma è in agguato. Mentre Luis è di servizio presso il Medical Center dell'Università viene ricoverato un giovane moribondo, che nel delirio dei suoi ultimi istanti lo diffida dall'avvicinarsi all'altura sovrastante il Pet Sematary, un altro terreno di sepoltura usato un tempo dagli indiani e dominato dalle forze del male. Ma Luis non lo ascolta. 
 
Pochi giorni dopo, la morte bussa proprio alla sua morte: tocca a Church il gatto, che muore investito da un camion. Un vicino persuade Luis a seppellirlo nel cimitero indiano e a stare ad aspettare. Miracolosamente la bestiola ricompare, ma ha qualcosa di strano: è lento, insinuante e la gioia con cui tutti lo hanno accolto si trasforma presto in una smorfia di terrore.
Spaventato dal comportamento del gatto che emana anche un forte odore, Luois si pente di quanto ha fatto, ma quando muore suo figlio Gage, tormentato dal dolore, desidera riavere il suo bambino. Gage ritorna come un mostro demoniaco che inizia a spargere morte uccidendo il vicino e anche la madre. Louis comprende di aver evocato forze oscure che sarebbe stato meglio non disturbare ma è ormai troppo tardi. La tragedia lo trascina in un viaggio terrificante e non impara dai suoi errori: torna al cimitero con in braccio la moglie morte Rachel.



Stephen Edwin King
(Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, dell'ultimo quarto del XX secolo.



Nessun commento:

Posta un commento