San
Pietroburgo. La vita di Ivan Il'ič Golovin, consigliere della Corte d'Appello
di San Pietroburgo. Il giudice si ammala di una malattia misteriosa che lo
porta a riflessioni, disperazione, ricerca del significato della sua vita e
della sua morte. Ha sempre vissuto onestamente e trova ingiusta la malattia.
Inizia a odiare i familiari che evitano il tema della morte. L’unico a non
temere di parlarne è Gerasim, un ragazzo contadino che gli mostra compassione.
Nel momento della morte vede la moglie e figlio in lacrime e smette di odiarli,
non ha più paura. In mezzo ad un respiro, Ivan muore.
In un ufficio del Tribunale di San Pietroburgo, alcuni magistrati stanno accalorandosi su un importante caso giudiziario. Uno di loro, disinteressato alla discussione, sfoglia il giornale. All'improvviso vede il necrologio di un collega, Ivan Il'ič Golovin, che tutti sapevano essere gravemente malato. Dopo una serie di ipotesi su chi potrà occupare il posto lasciato vacante e vaghi propositi di andare a visitare il defunto, i giudici tornano al loro lavoro, sotto sotto contenti di essere ancora vivi.
LEV NIKOLÀEVIČ TOLSTÒJ
(Jàsnaja
Poljana, 9 settembre 1828[1] – Astàpovo, 20 novembre 1910), è stato uno
scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo.
Racconta
la realtà della guerra, ebbe successo con Guerra e Pace e Anna Karenina, i suoi
scritti sono introspezione dei personaggi e riflessioni morali.
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