domenica 31 ottobre 2010

Il mistero dell’innamoramento

 IL MISTERO DELL'INNAMORAMENTO

FRANCESCO ALBERONI



Introduzione

Nell’innamoramento è come se fosse caduto quasi per magia, un velo che ci bendava. Adesso sappiamo quali sono i nostri veri desideri. Adesso conosciamo la nostra vera essenza. Sappiamo che cosa è giusto, che cosa è bene fare. Eravamo sonnolenti, accecati, addormentati, come lo sono ancora quelli che ci circondano. E che ora guardiamo con stupore perché ci sembra impossibile che si accontentino di ciò che hanno. Un tempo, eravamo anche noi così. Non eravamo veri, non eravamo vivi. Ora sappiamo cosa vuol dire vivere veramente.
 
 
 

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PRIMA PARTE
L’innamoramento : regressione o progressione?
 
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Desideravamo stare fra le sue braccia, essere baciati, accarezzati, soffrivamo dolorosamente della sua mancanza. E non sono questi i sentimenti che proviamo verso colei o colui di cui siamo innamorati?

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...l’innamoramento guarda avanti. L’innamoramento esplode quanto il soggetto è pronto a mutare e, attraverso l’amore, incomincia, entusiasta, una nuova vita, ricostruisce, insieme all’amato o all’amata, il proprio mondo sociale.... E la coppia amorosa è una comunità rivoluzionaria ardente, piena di passione, di entusiasmo, che intravede una meta radiosa.

Imprinting
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Un altro problema da spiegare è perché l’innamoramento, in pochissimo tempo, a volte perfino pochi giorni, riesca a creare dei legami forti, fortissimi.....l’adulto innamorato è pronto a lasciare il marito o la moglie, perfino i figli, a cambiare Paese per una persona sconosciuta di cui non sa fare più a meno.

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Una persona perfettamente normale e che non sente nessun bisogno di qualcuno da amare, a un certo punto vede un altro essere e, di colpo, incomincia a desiderare solo lui con un desiderio lancinante che si afferma contro la sua volontà, al punto che lei stessa ne è stupita. E tutto questo avviene prima di essere ricambiata, prima di aver provato piacere. Per di più questo attaccamento improvviso non è fugace, anzi dura, è tenacissimo. Ci deve essere una particolare predisposizione del soggetto, oltre a qualche particolare qualità dell’oggetto, per dare origine ad un fenomeno simile.
Non si è mai visto nessun animale che, dopo aver annusato cento femmine, le rifiuti tutte e, vista la centunesima, impazzisca per lei e poi vaghi pieno di disperazione alla sua ricerca. Invece è proprio questo che avviene nella specie umana. Fra 6 miliardi di abitanti della terra, la persona innamorata cerca e ha pace solo con quel unico individuo che le si è impresso nel cuore in modo indelebile.

L’imprinting è un processo di apprendimento rapidissimo che fissa l’interesse dell’animale su un altro animale o un altro oggetto in modo indelebile. L’anatroccolo riconosce e segue come mamma, la sagoma, persona, animale che hanno visto nei primi istanti dopo la nascita.....Se vogliamo conservare il concetto di imprinting per spiegare l’innamoramento dobbiamo postulare che l’essere umano ha la possibilità di diverse nascite, che ovviamente non possono essere fisiche ma spirituali.

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È questo il processo che avviene nell’innamoramento : una rinascita spirituale....che rende possibile un nuovo imprinting.

Una precisazione sul colpo di fulmine
 
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Effettivamente l’imprinting animale è un amore a prima vista o meglio una dipendenza a prima vista. L’innamoramento invece è un processo.

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Però la semplice esperienza di fascinazione, la semplice esperienza del colpo di fulmine, da sola, non basta a creare innamoramento....Il processo di innamoramento richiede una corrispondenza profonda fra le persone. Richiede l’accensione del processo di stato nascente e di fusione....Ciò che caratterizza il vero innamoramento è la sua capacità di fondere sempre più profondamente due individui distinti. Perciò l’esperienza della fascinazione, non si prova una volta sola all’inizio. L’innamorato, ogni tanto, rimane come incantato davanti alla sua amata. Scopre in lei cose che non aveva mai visto prima e ne resta rapito. E si meraviglia che quella creatura stupenda lo ricambi, lo ami.

Il mondo come ostacolo e l'ideale
 
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Da un punto di vista fenomenologico le cose non sono “ciò che sta per sé". Esse sono sempre e soltanto ostacoli o opportunità per il soggetto. Non esiste un cibo separato dal soggetto che può mangiarlo, un utensile senza colui che ne fa uso. Le “cose” sono “faccende pratiche”, con cui ho a che fare, che mi intralciano o mi gratificano. Ciò che non ha un riferimento diretto o indiretto con il soggetto, molto semplicemente non esiste. Il mondo in cui ci troviamo, il mondo vitale, non esiste in modo indipendente, non è niente in sé, è solo qualcosa per noi, qualcosa a favore o contro i nostri fini. Questo non vuol dire che il soggetto sia padrone del suo mondo, libero di immaginarselo e ricrearselo a piacimento. Anzi, egli lo incontra, con stupore e sconcerto, come ostacolo e problema. Il mondo è una selva di faccende, di presenze, in cui l’essere umano, volente o nolente, si trova impigliato e di cui deve occuparsi. E non può fare a meno di occuparsene. La vita consiste proprio in questo occuparsene.
Ma tale compito non è prefissato, prestabilito. Ognuno deve inventarlo, deciderlo di volta in volta senza poterlo affidare a nessun altro.
La vita è intrasferibile. Ognuno deve vivere la propria. Il dolore, il piacere sono miei e solo miei, non possono essere sperimentati da nessun altro, nessun altro può decidere che cosa devo fare per fronteggiarli. Posso certo, chiedere consiglio ma, alla fine, la decisione resta sempre mia. Per questo motivo la vita umana è solitudine, radicale solitudine.
Però, dal profondo della radicale solitudine della nostra vita, nasce un’ansia non meno radicale di fuoriuscirne. Noi vorremmo essere in comunione col mondo, capire ed essere capiti. Vorremmo trovare un mondo che non si presenta come ostacolo e opposizione, ma che ci accoglie. Vorremmo un mondo benignamente predisposto per noi, adatto a soddisfare i nostri desideri più profondi e a saziare la nostra sete più intensa.
Ebbene, quando ci innamoriamo, abbiamo l’impressione che ciò avvenga. Allora nel mondo, fino a quel momento fatto essenzialmente di ostacoli e rifiuti, di motivi di irritazione e di disappunto, appare qualcuno sommamente desiderabile che, se ci dice sì, ci dà qualcosa di così importante che tutto il resto perde di importanza e valore. Se siamo riamati da chi amiamo, l’intero universo diventa percorribile e benigno, sorridente e amoroso. Attraverso la fusione con chi amiamo, abbiamo addirittura l’impressione di essere in rapporto con l’essenza del cosmo, di partecipare alla sua divina armonia. Non ci sentiamo più assolutamente soli, ma fusi con il tutto, e partecipi di una comune sostanza.

La nascita non è angoscia ma liberazione
 
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Quando abbiamo avuto l'esperienza di un vita senza difficoltà e senza problemi, senza dolori e senza impedimenti, dove tutto fluiva armoniosamente? Nella vita intrauterina.
Prima della nascita e nel periodo immediatamente successivo, noi siamo onnipresenti e onnipotenti. Poi incominciano ad apparire gli ostacoli che ci costringono a una dura lotta per controllarli e possederli. A poco a poco ci limitano, ci circoscrivono, fino a farci sentire tutta la nostra piccolezza e insignificanza.
La felicità dell'innamorato è quella prenatale, amniotica? No, no di certo. L'innamoramento non è monotono, opaco, immutabile come la vita intrauterina. Al contrario, è scoperta, rivelazione, paura, tormento ed estasi. E il mondo con cui l'innamorato viene in contatto è rischioso, ma luminoso, colorato, ardente. Perciò l'esperienza dell'innamoramento assomiglia proprio a quella della nascita : la sorpresa, l'improvviso risveglio, la paura, la speranza, i pianti, il riso, la gioia.
L'innamorato non è un embrione apatico, è un nuovo nato che desidera, grida, piange e poi trova la beatitudine nutrendosi della bocca, della pelle, del corpo della persona amata in cui si abbandona e si perde.
Allora la risposta va trovata nel fatto che l'essere umano ha la possibilità di sperimentare nuove nascite, di avere delle rinascite. Nel senso che, nel corso della sua vita, si trova altre volte in una situazione di costrizione crescente, di soffocamento spirituale, di tensione insopportabile dalla quale fuoriesce. E nel fuoriuscirne, sperimenta l'esaltante esperienza di ricominciare una nuova vita.


La rinascita : lo stato nascente

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La rinascita adulta, lo stato nascente, deve essere una ristrutturazione funzionale del sistema nervoso... un fenomeno purtroppo non studiato dagli psicologi e tanto meno dai neurologi.
Nel periodo che precede la comparsa dello stato nascente l'individuo prova uno stato di tensione crescente, di insoddisfazione. Ha l'impressione di vivere in un mondo falso... Uno stato che corrisponde alla tensione e all'asfissia che il feto prova nell'utero materno al termine della gravidanza. Nella vita adulta noi ci sentiamo soffocare, ci sentiamo prigionieri, quando il nostro slancio vitale, il nostro desiderio di vivere è frenato da regole, rapporti sociali... E' il sovraccarico depressivo. Poi la tensione fra la spinta vitale e le strutture che la comprimono cresce fino a una soglia in cui il sistema si disintegra, esplode.
... se c'è energia sufficiente, il sistema non muore, subisce una metamorfosi...
Spezzato l'involucro che lo imprigionava, l'individuo prova una esaltante esperienza di liberazione, di euforia, una espansione del sé. Si affaccia ad un mondo in cui non ci sono più i vincoli, le obbligazioni, gli intralci di quello precedente, e dove la vita è gioiosa, fresca, vera. Dove i colori sono più vivi, ed ogni cosa splendente e meravigliosa. E vi si butta pieno di energia, di speranza, con meraviglia e con batticuore, ma con l'esperienza esaltante che tutto è di nuovo possibile.
Finita la solitudine.... l'individuo si apre agli altri e diventa capace di fondersi con loro, in particolare con un'altra persona che, improvvisamente, gli si rivela sommamente desiderabile, capace di corrispondere miracolosamente ad ogni suo desiderio, quasi fosse la sintesi di tutto ciò che ha sempre sognato. E diventa la porta obbligata del suo destino. Quando è con lei prova una felicità straordinaria, indicibile. E sente che potrà realizzare una esistenza piena, ardente, autentica, felice, senza più errori, le mancanze, le schiavitù di un tempo.
Lo stato nascente dell'innamoramento è perciò il processo in cui viene spezzata la struttura che ci imprigionava; inizia una nuova vita, in cui, aperti, entusiasti, ricchi di energia e di speranza, diventiamo capaci di fonderci con un'altra persona superando la nostra limitatezza, creando con essa una nuova entità sociale, una nuova comunità : la coppia amorosa.


L’innamoramento come movimento

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Con lo stato nascente ha origine un tipo particolare di processo sociale che chiamiamo movimento collettivo. Nello stato nascente gli individui ... sentono di avere un'affinità profonda, di avere la stessa meta, lo stesso sogno, lo stesso destino. Essi si riconoscono reciprocamente non perchè hanno le stesse idee, ma perchè vivono la stessa esperienza di rinascita, hanno lo stesso slancio, la stessa intensità vitale. E tendono a identificarsi l'uno con l'altro, a unirsi, a fondersi, a formare una collettività compatta, un noi solidale. La nostra tesi è che l'innamoramento sia il più semplice dei movimenti collettivi. Esso è formato da due sole persone e produce la più piccola delle comunità : la coppia.
Ciò che consente a persone diverse…..di sentirsi affini, addirittura anime gemelle, non è solo l’impulso erotico. Noi possiamo avere un intensa esperienza erotica con qualcuno con cui non ci sogneremmo mai di vivere. È la comune esperienza dello stato nascente che produce l’identificazione, la fusione, il senso di fratellanza o di amore.
L’innamoramento ha, perciò delle caratteristiche in comune con i movimenti…. delle grandi comunità religiose, culturali, politiche. Non facciamoci distrarre dal gran numero di persone…. Pensiamo all’individuo che si converte a una nuova fede, che entra nel movimento pieno di ardore, di speranza, e che sente i suoi compagni come fratelli e li ammira, li ama, adora il suo capo carismatico.
I seguaci considerano il loro capo straordinario, invincibile, insuperabile. Lo amano di un amore appassionato, un amore come quello che si prova verso l’amante. Sono incantati dal suo volto, dai suoi occhi, dalla sua gestualità. Sono pronti a seguirlo nei pericoli, a combattere, a morire per lui.
Ma cosa succede quanto la comunità nascente è formata da due sole persone come la coppia? Ebbene in questa comunità ciascuna persona ama, ammira, adora l’altro. E in lui vede le qualità straordinarie che, nei grandi movimenti, i seguaci scoprono solo nel capo. Possiamo perciò dire che nell’innamoramento ciascuno è il capo carismatico dell’altro.
…. noi scopriamo qualcuno di superiore e sommamente desiderabile. Qualcuno che amiamo, che seguiamo, a cui pensiamo continuamente, che costituisce una guida. La persona di cui siamo innamorati ci è vicina, possiamo abbracciarla, avere con lei delle straordinarie estasi erotiche. Il capo è lontano al di là dell’erotismo.
Nell’innamoramento ciascuno può amare l’altro ed essere riamato in modo personale come un essere unico ed insostituibile. Invece nei movimenti solo il capo è amato da tutti i seguaci. Lui non li conosce come individui, Non può perciò esserci reciprocità, né fusione.
Nell’innamoramento, se siamo riamati dal nostro amato, l’intero universo ci sembra benigno, sorridente e amoroso. Abbiamo l’impressione di essere in rapporto con l’essenza stessa della vita, del cosmo, di partecipare alla sua divina armonia. Allora non ci sentiamo più soli, ma fusi con il tutto e partecipi di una comune sostanza.

Quando ci innamoriamo

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Ricostruiamo ora brevemente le tappe che ci conducono all’innamoramento.
Conduciamo una vita “normale”, siamo soddisfatti di molti particolari della nostra vita, per esempio di avere figli, un lavoro interessante. Però ci sentiamo intimamente inquieti ed insoddisfatti. Percepiamo che ci manca qualcosa, che la nostra vita non è piena, intensa. Proviamo un grande e insoddisfatto desiderio erotico, il bisogno di nuove esperienze….. ci trasciniamo schiacciati dai doveri quotidiani, schiavi di infiniti obblighi e impegni…
Tutti questi doveri, obblighi, abitudini, non ci sono stati imposti … Ce li siamo costruiti a poco a poco noi stessi nel corso della vita, con le nostre scelte, gli impegni che abbiamo contratto, con le abitudine che abbiamo preso. Ma, ormai, costituiscono un tutto compatto, solido come una roccia. Tutti i nostri comportamenti reciproci sono regolati da leggi non scritte, patti , convezioni, abitudini che nessuno si sogna di infrangere…. se li rompiamo, scatta automaticamente il senso di colpa, la protesta scandalizzata, il rimprovero, la lite.
Per molto tempo i nostri desideri vitali riescono a soddisfarsi anche in questo labirinto di norme. Ma se esiste un motivo di insoddisfazione profondo, radicale, diventano sempre più pesanti.
Resistiamo e ci rimproveriamo di non saper apprezzare tutte le belle cose che abbiamo, ci sentiamo colpevoli per il nostro desiderio di evasione, e raddoppiamo i nostri sforzi per essere ancora più solleciti, attenti ai nostri doveri. Ma questi diventano sempre più pesanti, faticosi.
Poi… abbiamo conosciuto persone che … ci hanno dimostrato che è possibile avere di più. Incominciamo a sentire gli obblighi e le abitudine come pesi, come catene. E sentiamo che esistono altre possibilità, altri modi di essere.
Allora ci rendiamo conto che il nostro essere attuale deriva dall’aver compiuto certe scelte e non altre. E più il nostro disagio, la nostra insoddisfazione crescono, più aumenta il nostro desiderio di nuovo, di rinnovamento.
E mentre esploriamo il passato, incominciamo a esplorare con occhio diverso anche il mondo che sta attorno a noi. Guardiamo gli altri uomini o le altre donne con occhi nuovi, abbiamo nuove curiosità. Incominciamo a compiere delle piccole trasgressioni all’abitudine. Ma il ribollire di desideri e di curiosità non ci porta ancora a rotture radicali, a conseguenze rivoluzionarie.

 

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